Il bagnino è una figura fondamentale negli stabilimenti balneari e nelle piscine: egli, infatti, ha il compito di garantire l’incolumità dei bagnanti, di controllare che non vi siano pericoli e di far sì che tutti si comportino in modo consono alle regole. Per dedicarsi a questo lavoro occorre non solo una certa preparazione da un punto di vista sia teorico sia pratico, ma anche la capacità di restare sempre vigili e di non avere cali di attenzione. Un bagnino, inoltre, deve tenersi costantemente aggiornato con appositi corsi e allenarsi con regolarità nel nuoto. In Italia, gli enti che formano i bagnini di salvataggio sono la Federazione Italiana Nuoto, Sezione Salvamento, la Società Nazionale di Salvamento e la Federazione Italiana Salvamento Acquatico.
Il ruolo del bagnino: caratteristiche e competenze
Occorre precisare che possono esercitare questa professione tutti coloro che seguono un corso specifico e superano l’esame finale. In realtà, in questo modo il bagnino ha la possibilità di lavorare in strutture come le piscine e i parchi acquatici; in seguito a un’ulteriore prova potrà operare anche in ambienti marini. Vi sono alcuni requisiti da rispettare per frequentare il suddetto corso per bagnino, tra cui l’idoneità al nuoto e quella fisica, quest’ultima testimoniata da un certificato medico. Bisogna, inoltre, avere un’età compresa tra i 16 e i 65 anni, anche se questo fattore varia a seconda dell’ente.
Un altro elemento da tenere in considerazione è la responsabilità civile e penale che il bagnino si assume nel momento in cui intraprende questa attività. Da lui dipende la sicurezza dei bagnanti, ragion per cui il suo intervento è di primaria importanza.
Quali sono, quindi, le competenze del bagnino? Egli non rientra nella categoria dei pubblici ufficiali, ma è classificato come incaricato di pubblico servizio. Il suo compito principale consiste nell’evitare che accadano incidenti in acqua, vegliando su tutti i presenti in piscina o nello stabilimento. Qualora un bagnante sia in pericolo, il bagnino deve intervenire tempestivamente sfruttando le tecniche di salvataggio apprese al corso e, se necessario, applicando quelle di primo soccorso. Tale figura, se lavora presso una piscina, si occupa anche di verificare le condizioni chimiche dell’acqua; in generale, è suo dovere far sì che gli ambienti siano del tutto puliti e igienici.
I bagnini, in aggiunta, controllano che tutti seguano alla lettera le norme relative a una certa struttura, che siano le regole di una piscina o le ordinanze della Capitaneria di Porto. Da tutto ciò si capisce quanto sia delicato ed essenziale il loro ruolo.
Una parentesi sull’esame da sostenere per diventare bagnino
Coloro che aspirano a questa professione, come già sottolineato, devono superare un esame al termine del corso. Esso è leggermente diverso a seconda dell’ente, ma sia per la Società Nazionale di Salvamento sia per la Federazione Italiana Nuoto, Sezione Salvamento sono previste delle prove di salvataggio a nuoto in più stili, tra cui rana, dorso e stile libero. Altre parti dell’esame sono invece variabili: ad esempio, presso la S.N.S. si effettuano 25 m in stile libero e 25 a testa alta, con immersione e recupero sul fondo. La F.I.N. Salvamento, invece, fa eseguire in successione tre prese di trasporto con recupero dal piano vasca.
Anche la prova teorica si differenzia in base all’ente. La S.N.S. richiede soprattutto nozioni di primo soccorso, mentre la F.I.N. Salvamento fa svolgere un colloquio di fronte a una commissione oppure un quiz a risposta multipla. L’esame in mare avviene di solito sul pattìno o, comunque, con un’attrezzatura idonea. Il titolo ottenuto alla fine è diverso: con la Società Nazionale di Salvamento si è bagnini di salvataggio, con la Federazione Italiana Nuoto si diventa assistenti bagnanti. I brevetti, ad ogni modo, sono equipollenti.