L’illuminazione a Led è entrata a far parte di tutto il nostro sistema, dalle case, alla luce pubblica fino all’industria, ma riesce a riservarci ancora delle sorprese, come l’illuminazione di una mega serra hi-tech.
La tecnologia a LED al servizio dell’agricoltura
Ormai tutti sappiamo benissimo che l’impiego dei LED ci aiuta a risparmiare sulla bolletta, ma anche a realizzare soluzioni fino a ora inattese, come si può vedere qui, ma nessuno si aspettata che queste lucine potessero essere impiegate in certi settori. L’investimento, unico in Italia e nel panorama internazionale della tecnologia, dona vita ad un progetto che si sta realizzando ad Ostellato, in provincia di Ferrara. Si parla di 11 ettari di serre idroponiche (circa 15 campi da calcio) per la coltivazione di pomodori, illuminate completamente con la luce dei led per permettere la produzione dell’ortaggio 365 giorni all’anno. La bellissima notizia è che tutto il progetto è Made in Italy: frutti, capitale e tecnologie.
Il nuovo modo di fare agricoltura
Automazione, digitalizzazione, sensoristica e impatto ambientale sono i nuovi traguardi di questo nuovo modo di fare agricoltura che permette una riduzione del 70% dei consumi di acqua e suolo rispetto alle coltivazioni tradizionali, oltre a creare nuovi posti di lavoro. Attualmente, infatti, nella serra lavorano 80 persone che, entro il 2020, dovrebbero triplicare.
L’investimento nell’Ostellato porta io nome di Fri-El Greenhouse, l’azienda bolzanina dei fratelli Gostner, grande nome nel campo delle energie rinnovabili che, dopo aver aperto 23 impianti a biomassa in giro per l’Italia, ha deciso di lanciarsi nell’agricoltura per sfruttare l’energia termica prodotta dai suoi impianti che, a differenza dell’energia elettrica, non si può vendere. I primi 25 milioni di investimento stanno già dando i loro frutti e sono previsti altri 70 milioni di fondi rateizzati fino al 2020 che porteranno alla costruzione di altri 20 ettari di serre con 200 posti di lavoro.
Florian Gostner, A.M. di Fri-El, racconta: “Siamo partiti due anni fa con un impianto pilota a Crevalcore (Bologna) di 1,4 ettari, allora la serra idroponica più avanzata e moderna di tutta Italia, riscaldata con l’acqua calda generata dall’attigua centrale a biomasse. A Ostellato siamo invece passati alla scala industriale e alla produzione anche invernale di pomodori, prima volta nel Nord Italia, grazie a un sistema di illuminazione brevettato che rappresenta oggi l’avanguardia in Europa. Ma il nostro progetto non è solo triplicare le serre a Ostellato, ma replicare il modello in tutta la pianura padana”. L’intento è sicuramente ottimo e darebbe una notevole spinta al settore agricolo che ha sicuramente bisogno di innovarsi per uscire da una crisi senza precedenti.
Gli ideatori dell’impianto
Il brevetto per le serre hi-tech è di C-Led che fa parte di un gruppo imolese che si occupa da anni di illuminazione pubblica ed industriale e Alessandro Pasini, Innovation manager di C-Led, racconta come sono arrivati a definire il progetto: “Abbiamo lavorato in partnership con l’Università di Bologna e messo a punto delle lampade con uno spettro molto particolare, iper rosso con una percentuale di blu e un po’ di far-red , che permette una fioritura più abbondante, aumento delle rese e minori consumi energetici rispetto alle lampade Hps usate nelle serre dell’Olanda”. Questo vuol dire che finalmente, in inverno, non importeremo più i pomodori dall’Olanda!
La sperimentazione
L’annuncio dell’avvio del progetto è stato dato dopo 9 mesi di sperimentazione e l’utilizzo di 9mila lampade a led installate nelle serre di Ostellato. Sotto la luce di 45 km di linee luminose a led, delle piccole piantine di 25 cm, sono cresciute raggiungendo una lunghezza di 24 metri e si sono caricate di pomodori. La prima raccolta ha avuto inizio a dicembre 2017 e andrà avanti fino a tutto maggio, quando si passerà alla luce del sole per far crescere e maturare i pomodori
Il progetto continuerà il suo sviluppo e a sottolinearlo è sempre Pasini: “Quest’anno installeremo altre 18mila lampade Inter-Light, per un totale di 27mila punti luce e 135 km di file luminose, alimentate da un cogeneratore da 4,5 MW che produce energia da biomasse e CO2 che nutre le piante”.
Insomma, queste sono tutte informazioni che ci fanno capire bene che la coltivazione in serra può essere molto ecologica e quella hi-tech di Ostellato lo dimostra chiaramente. Chi lavora in queste serre entra munito di camice, cuffia e sovrascarpe per non introdurre inquinanti, non si usano pesticidi ma insetti per la lotta biologica, si recuperano le acque reflue e determinati sensori di umidità e temperatura controllano in tempo reale l’ambiente per evitare ogni genere di spreco.
La scommessa del futuro
Finalmente si è arrivati a capire che l’agricoltura è fonte di vita, ma i procedimenti hanno bisogno di essere “svecchiati” per produrre senza spreco e senza impoverire troppo le risorse naturali, inoltre questa è una bella scommessa perché tutta italiana, a dimostrazione che in Italia le cose si sanno fare molto bene, quando si vuole.